venerdì 17 febbraio 2017

TRAMONTO

Risanato il piccolo (e breve) malessere “caraibico”, è arrivato il momento di dare tutto per recuperare il tempo perduto. Al risveglio brutte notizie: batterie scariche! L’intenso lavoro di ieri ha consumato parecchie risorse e così siamo costretti ad attendere l’aiuto del sole! Sbrighiamo le operazioni mattutine al buio. Colazione lampo a base di… acqua fredda e the non infuso, e che il lavoro abbia inizio!
Le parole non servono più oramai: Riccardo ed io con stucco e rullo, e il prof. con i colori ad olio per ravvivare i disegni martoriati dagli attimi di “artisteria” dei piccoli ospiti della Kay con ogni utensile utile ad apportare modifiche! È impressionante come qui non ci si senta mai soli, nell’aria echeggiano canzoni ormai note, ci si sente a casa.
Non è facile guardare negli occhi questi bimbi, hanno tutti qualcosa da raccontare, non è possibile colmare quel bisogno di affetto che si percepisce in ognuno di loro. Non può bastare un abbraccio o un sorriso, ci vorrebbe qualcosa di più, ancora, e ancora…
È quella necessità innata in ognuno di noi ma che qui si rivela in tutto e per tutto nella sua essenza: sono gli abbracci che non vengono risparmiati e le piccole pesti ringraziano. Da quando siamo arrivati il desiderio di assistere allo spettacolo del tramonto sul Mar dei Caraibi, ci gira per la testa, e ora… sembra sia arrivato il momento. La nostra ultima occasione per ammirare e assistere a qualcosa di indescrivibile. Mettiamo per un attimo il lavoro in stand-by e ci incamminiamo verso il mare. L’occhio viene richiamato da qualcosa in cielo: un aquilone! Un bellissimo aquilone artigianale fatto di matite colorate che vola alto nel cielo arancione di Port Au Prince. Mi guardo attorno e mi stupisco del gran numero di bambini che popolano l’immensa bidonville e che si riversano qui: non è davvero “facile” per loro.
Il sole attende il nostro arrivo per cadere dietro la linea blu del Mar dei Caraibi. Affonda in questo mare, in questo istante in cui la testa si svuota, così come il corpo si alleggerisce di ogni fatica. Si può solo esser contenti per la grande occasione ricevuta di aver incontrato questa gente, conosciuto questi luoghi straordinari. Pian piano il sole svanisce all’orizzonte e noi possiamo far ritorno alla Kay. 



Al nostro ritorno suor Marci, nel buio della sera, è determinata a concludere un lavoro che davvero non può essere rimandato… si collabora tutti insieme, il lavoro va concluso, siamo determinati ad andare via da qui con un pezzetto concluso. Ci bastano sguardi per capirci e intenderci. Nel buio della sera, cazzuole alla mano, stucco e via che si lavora ancora… era solo uno stand-by!




E poi, tra il vento che sposta le fronde e le grandi palme che ci circondano, il lamento di una bimba immediatamente placato dal giungere del sonno, mi rendo conto che domani sarò già in un altro mondo, in quello che sento il “mio” mondo, dove porterò quello sguardo che qui è stato ravvivato, per essere grato a questo dono ricevuto nella terra delle Antille.
Matteo

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